I traduttori

15.04.2021

Sono una tribù strana dispersa per il mondo
perché spostano il mondo.
Portano mondi da una lingua all'altra.
Ecco il loro mestiere.

Fanno nevicare in arabo,
cambiano il nome al mare,
portano cammelli dal Sahara in Svezia,
fanno sì che don Chisciotte cavalchi Ronzinante
dalla Mancha alla Manciuria.
Fanno cose strane, pressappoco impossibili.
Dicono nella propria lingua
cose che mai quella lingua aveva detto prima,
cose che nemmeno sapeva di poter dire.

Sono nati da un crollo, accaduto a Babele,
e da un sogno: che un giorno
le anime oggi agli antipodi,
si conoscano, si capiscano e si amino.

Sono una tribù muta:
danno la loro voce ad altre voci.
Sono diventati invisibili a forza d'umiltà.
Per secoli il loro lavoro fu anonimo.
Loro che vivono di nomi e tra i nomi,
non avevano un nome.

Nella liturgia della letteratura
vengono trattati come chierichetti.
Sono invece pontefici: quelli che tendono i ponti
tra le isole di lingue lontane, quelli che sanno
che tutte le lingue sono straniere,
che tutto tra noi è traduzione.
Sono una tribù strana sparsa per il mondo
perché stanno spostando il mondo,

perché stanno salvando il mondo.

[Juan Vincente Piqueras]

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